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Rapanà: "Dalla Puglia l'allarme dei ristoratori"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura dell'avv. Michele Rapana (candidato alla presidenza della Regione Puglia per gli "Stati Generali Liberali") che si rende portavoce dell'allarme dei ristoratori pugliesi duramente provati dall'emergenza Coronavirus.

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COMUNICATO STAMPA

#Puglia, 23/04//2020

RAPANA’ (Stati Generali Liberali): DALLA PUGLIA L’ALLARME DEI RISTORATORI.

L’annunciata “potenza di fuoco” in realtà è un fiammifero che si è già spento (!).

 

Proseguendo nell’ascolto delle categorie imprenditoriali locali, ci siamo confrontati con alcune eccellenti realtà della ristorazione di #Bari, recependone le ragioni e cercando di individuare la migliore strategia risolutiva.

Preliminarmente occorre evidenziare alcune contingenti criticità, portate dal blocco dell’attività e dalle difficoltà nella prossima riapertura, che nella più pessimistica delle ipotesi, porteranno alcune realtà a voler chiudere, prima ancora di riaprire:

Tutto è rapportato alle indispensabili misure di sicurezza e contenimento, a garanzia del distanziamento all’interno dei locali. Pertanto, proviamo ad immaginare lo scenario surreale che si verrà a creare:

1) La ricettività della clientela dovrà essere inevitabilmente ridotta (alcuni ipotizzano fino all’ 80%).

2) Si dovranno adottare dispositivi di protezione personale, messi a disposizione della clientela (con inevitabili ulteriori costi non previsti).

3) Prima ancora che il cliente possa trovare conforto ed ospitalità all’interno dei locali, dovrà sottoporsi a delle procedure di sicurezza, scomode e a tratti imbarazzanti. Tutto ciò a discapito dell’elemento relazionale umano ed empatico, alla base del rapporto tra il cliente, il ristoratore e suoi dipendenti.

4) In assenza di una politica di reale sostegno alle imprese, il rischio è che i costi della struttura possano superiore i ricavi, con l’inevitabile conseguente default.

5) Le misure di sostegno proclamate (prima ancora che realizzate) dal Governo, certamente non aboliscono le pregresse posizioni debitorie nei confronti del fisco e degli istituti di credito. Debiti che nella maggioranza dei casi non sono certamente stati contratti in maniera negligente, ma resi necessari dalla pressione fiscale tra le più alte in Europa e dalla necessità di accedere al capitale per gli investimenti.

         Gli imprenditori che hanno lanciato l’allarme in questi giorni, rivendicano da un lato soluzioni politiche di sostegno dei costi da sopportare (utenze, canoni di locazione, dipendenti), dall’altro una sospensione a lungo termine del debito o altre forme di riduzione, quali ulteriori stralci o rottamazioni. C’è anche chi invoca la c.d. pace fiscale o azzeramento del debito. Per quel che riguarda gli investimenti e le esigenze di pronta liquidità, alcuni richiedono misure di finanziamento a fondo perduto, rapportate al fatturato.

         Ciò posto, è evidente che le nostre eccellenze imprenditoriali hanno impiegato poco tempo a comprendere che la proclamata “potenza di fuoco” a sostegno delle imprese italiane, si è rivelata essere un fiammifero che si è già spento.

Si! Si è spento a causa degli ammennicoli burocratici, a cui il nostro Paese è ancorato tutt’oggi.

Facciamo un esempio concreto: il c.d. Decreto Liquidità (D.L. n. 23 dell’08/04/2020), “dovrebbe” aver introdotto misure per favorire l’accesso al credito – garantito dal Fondo di Garanzia e da SACES S.p.A.

Da una prima disamina della procedura (rintracciabile su qualsiasi sito degli Istituti di Credito), si deducono vincoli, percentuali ed altre forme di controllo e vigilanza, che smascherano il bluff del provvedimento governativo.

Non è certo una comoda agevolazione di liquidità, ma può rivelarsi un ulteriore scomodo indebitamento (esaurito il periodo di 24 mesi di preammortamento), peraltro condizionato all’estinzione di altre posizioni di sofferenza.

         Come abbiamo avuto modo di dichiarare più volte, per trovare una soluzione immediata e fattiva, occorre cambiare il punto di vista e concentrarsi sull’individuo (in questo caso imprenditore), attraverso una politica economica improntata sul guadagno e sull’innesto di liquidità, senza la pressione del debito con scadenza.

         Tale politica innovativa può essere adottata tanto a livello nazionale, quanto locale.

         Siccome alle belle parole siamo abituati a far seguire i fatti, a tal proposito abbiamo già inserito tali principi economici risolutivi nei nostri programmi, grazie alla competenza della nostra classe dirigente, posta al servizio della gestione della cosa pubblica. Sul tema facciamo espresso rinvio all’articolo del Dott. Antonio Vox “Un nuovo punto di vista: Scadenza e Guadagni” pubblicato su @Polisnotizie.it”

Continueremo a sostenere e ad affiancare le iniziative dei ristoratori pugliesi, quale fondamentale motore della nostra economia.

Michele Rapanà

(Stati Generali Liberali)

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